L’Italia affronta un profondo problema nel promuoversi. I brand non si svecchiano e nonostante il nostro paese sia ricco di opere d’arte e musei, riscontriamo notevoli difficoltà nel trasmettere il semplice messaggio “Ehi, qui in Italia abbiamo creazioni fighe con una storia millenaria, venite a scoprirle”. Un esempio? La discussa iniziativa “Open to Meraviglia”. Oggi desidero portarvi un esempio concreto di come un rinnovamento del marchio possa valorizzare e ravvivare una realtà, che sia un’azienda, un museo o un semplice negozio di periferia. Parliamo del recente rebranding del Natural History Museum di Londra.
Per fare un rebranding ci vogliono professionisti
In occasione del suo 150° anniversario, il museo ha scelto di collaborare con alcune tra le più prestigiose agenzie al mondo per creare una nuova brand identity. Nomi come Pentagram Studio, Heavenly Agency e soprattutto Nomad Studio, uno dei maggiori studi di motion design, e non solo, al mondo, hanno contribuito.
Sotto la guida creativa di Marina Willer e Stuart Watson, la comunicazione del museo è passata da un approccio tradizionale a uno più giovane, che abbraccia appieno le tendenze del maximalism e del brutalism (non conoscete questo trend? diteci su instagram se volete saperne di più) .
Le basi: keywords e logo
Secondo Pentagram, gli obiettivi di questo rinnovamento non si limitavano a modernizzare la comunicazione del museo, ma miravano anche a sensibilizzare il pubblico sulle tematiche legate alla natura e al cambiamento climatico, attraverso un’atmosfera estremamente dinamica basata su quattro keyword: onda, crescita, pulsare e orbita.
I colori fluo e i contrasti accattivanti sono così intensi da catturare inevitabilmente l’attenzione. Approfondendo, si possono notare numerosi pattern che riprendono le iniziali del museo “NHM“, oltre al logo stesso, composto dalle lettere disposte in cerchio, che offre numerose possibilità in fase di motion, anche grazie all’uso di Generator, un tool molto interessante.
Ma gli animali?
Il fulcro di questo progetto è la natura, non solo in senso figurato attraverso la forma del logo e l’atmosfera generale, ma anche tramite l’utilizzo di fotografie e video di animali e fenomeni naturali che interagiscono con la visual identity. Ciò conferisce alle ads e ai manifesti un aspetto quasi caoticamente ordinato, in sintonia con la stessa natura.
La tipografia nel rebranding
Va fatta una menzione speciale alla tipografia, curata da Patrick Giasson. Il font utilizzato è una versione personalizzata del Wallop.
I responsabili delle pubbliche relazioni del NHM hanno rilasciato una dichiarazione in cui sottolineano che una delle loro priorità è garantire che la nuova visual identity sia leggibile anche per le persone con neurodiversità, dislessia o problemi di vista.
Conclusioni
Il rebranding emerge come una chiave di volta per l’Italia, affrontando questa sfida di comunicazione con slancio e innovazione. L’esempio del rinnovamento del Natural History Museum di Londra ci mostra come un rebranding dinamico e coinvolgente possa aprire nuovi orizzonti, intercettando cuori e menti di diverse generazioni e abbracciando un pubblico più vasto. È giunto il momento di abbandonare le vecchie convenzioni e di adottare un approccio più fresco e in linea con le tendenze attuali. Il rebranding diventa così il veicolo attraverso il quale l’Italia può narrare la sua storia artistica e culturale in modo nuovo, coinvolgente e globalmente rilevante.