Di recente ho dato un’occhiata alla Beta di Adobe Aero, il nuovo software di Adobe basato sulla realtà aumentata. Il boom della realtà aumentata è stato ormai qualche anno fa (ricordate Pokémon Go?). Allora mi son chiesto se valga la pena buttarsi su un nuovo software per qualcosa che potrebbe non essere più così “in” come un tempo. Ma, aspettate un attimo, è davvero così? Dopo un’analisi più attenta, ho notato che la CGI sta spopolando nei video pubblicitari con ambientazioni urbane. Un esempio? Il video che Netflix ha tirato fuori per promuovere l’ultima stagione di “Sex Education”. A pensarci, l’idea di integrare il 3D nelle strade o attorno ai palazzi mi fa venire in mente delle guerrilla marketing, che potrebbe essere interessanti.
Adobe sta spingendo il suo software come qualcosa di utile, professionale e adatto anche per progetti culturali, come i musei. Questo lo differenzia parecchio da concorrenti come Spark AR, che si concentrano sui filtri per i social.
L’interfaccia
Veniamo all’interfaccia: quella di Aero è davvero semplice e si divide in due parti. C’è la parte “edit”, uno spazio di lavoro 3D dove si fanno le modifiche, e c’è la parte “preview” dove puoi dare un’occhiata al risultato.
A sinistra, trovi gli strumenti per orientarti nel mondo del 3D, mentre nel pannello accanto, ci sono un sacco di modelli 3D predefiniti davvero interessanti.
Sulla parte sinistra, invece, trovi i livelli, le azioni che puoi fare su quei livelli e le loro proprietà.
Le animazioni in realtà aumentata
E ora, veniamo ai “trigger”: una delle cose fighe di Adobe Aero. I trigger sono delle animazioni che puoi far fare agli oggetti in realtà aumentata in base a determinati input. Per esempio, fai toccare lo schermo del tuo telefono e il modello fa un giro di 360 gradi.
In definitiva, Adobe Aero sembra promettente, con un’interfaccia user-friendly e funzionalità innovative, rendendo la realtà aumentata più accessibile e creativa che mai.